Chi rappresenterà Milano alle elezioni europee? Parliamone

di Anna Catasta

fonte: arcipelagomilano.org

La domanda potrebbe apparire provinciale e localistica ma invece ha un suo senso. Le prossime elezioni europee corrono il rischio di apparire come una disfida fra diversi schieramenti e fra diversi candidati e candidate, mettendo in secondo piano i temi cruciali della rappresentanza e della partecipazione, richiamati anche dal Presidente Mattarella nel suo messaggio di fine anno.

Il rischio dell’astensione è molto elevato e spinge tutti a una riflessione approfondita sulle forme di rappresentanza anche dei territori; non si tratta di percorrere forme di sovranismo locale ma di capire come nei prossimi cinque anni i territori e in particolare le città possono essere soggetti attivi del processo politico e istituzionale europeo.

Il Parlamento Europeo è la sede elettiva dei rappresentanti dei diversi paesi e chi intende candidarsi al ruolo di parlamentare europeo deve dichiarare i suoi intenti sia in termini di contenuti sia in termini di attivazione di forme stabili partecipative con i territori.

I temi principali di questo dibattito sono tre:

  • Come rappresentare Milano
  • Come scegliere le persone che rappresenteranno Milano
  • Quali temi prioritari per rappresentare Milano in un’ottica non confinata all’interno del Comune ma estesa all’area metropolitana e alla dimensione lombarda.

Per quanto riguarda il primo tema l’astensionismo è il primo ostacolo da superare, su cui tutte le persone, candidate o no che hanno a cuore il futuro dell’Europa e della democrazia devono dichiarare le modalità del loro impegno nella campagna elettorale. La partecipazione al voto è crollata drammaticamente nelle ultime scadenze elettorali minando alla radice la potenza della rappresentanza.

Come si fa a portare la gente a votare a Milano (i giovani, chi abita in periferia, gli indifferenti)?

Il secondo tema riguarda da vicino la crisi dei partiti e la loro reale capacità di rappresentare Milano candidando personalità ‘riconosciute’ dalla città e che conoscono la città.

Nel passato la strada più semplice è stata quella di candidare personalità con ampia esperienza amministrativa a livello comunale e regionale (Tognoli, Formentini, Pisapia, Ghilardotti, Formigoni….) o leader di partito ‘milanesi doc’. come Craxi, Berlusconi, Salvini etc.

Oggi questa formula sembra più difficile da percorrere sia perché i leader nazionali di partito non sono più milanesi (ad eccezione forse di Salvini), sia perché la presenza nelle liste di sindaci o amministratori, sia pure importante, non esaurisce la rappresentanza della complessità milanese.

Milano solo nella ultima legislatura ha visto una presenza importante di parlamentari europei dopo anni di opacità, ma rischia di indebolirsi in questa competizione sia per l’uscita di personalità significative, sia per l’incertezza delle modalità di composizione delle liste.

Infine il terzo tema richiama l’evidenza che la metropoli milanese, al pari di altre città lombarde ed europee, è al centro di importanti processi di transizione che richiedono difficili soluzioni di governo e innovazione amministrative e politiche.

Tra le più rilevanti:

  • La transizione ecologica necessaria in un’area urbana collocata nella Pianura Padana (territorio tra i più inquinati di Europa);  
  • il ridisegno delle città e la collocazione equilibrata delle funzioni dell’abitare, della cultura, delle attività economiche, della qualità ambientale; 
  • la connessione delle città con il proprio contesto agricolo e idrico per favorire una catena alimentare sostenibile e sana;
  • la trasformazione in un’ottica di sviluppo delle funzioni di welfare urbano, dei sistemi scolastici a contrasto della povertà educativa dei più piccoli e dei giovani;
  • il cambiamento della popolazione urbana non solo dal punto di vista demografico ma anche culturale, linguistico, comunitario
  • le politiche per la sicurezza dei territori e delle comunità

La lista potrebbe essere più lunga ma il nucleo fondante di questo dibattito si basa sulla constatazione che questi temi del cambiamento urbano possono essere raccontati in chiave pro-europea  o antieuropea: nel primo caso invocando la dimensione europea come essenziale ma senza disegnare legami e interconnessioni concrete, nel secondo caso  indicando la dimensione locale come l’unica in cui agire da protagonisti in una sorta di sovranismo territoriale.

Il governo e i partiti che lo sostengono stanno puntando a una negoziazione continua con le istituzioni europee basata su vecchi schemi di ricatto, isolamento e condizionamento che finora ha portato a pochi risultati e il cui esito, anche alla luce della votazione negativa sul MES, rimane davvero incerto.

I partiti che compongono la variegata opposizione non possono però riposare sugli allori; non è più tempo di candidature di bandiera, bisogna entrare nel merito e impegnarsi concretamente a costruire e rafforzare relazioni con territori e comunità in una prospettiva temporale più ampia della campagna elettorale.

Per questo abbiamo deciso di iniziare un percorso, di cui questa serata* è solo l’inizio, per ascoltare la voce delle persone che ad oggi pensano di candidarsi (al netto dei percorsi effettivi di definizione delle liste) e di associazioni ed organismi attivi a Milano per capire le aspettative e le proposte della valorizzazione di Milano nella dimensione europea.

Abbiamo circa due ore di lavoro, quindi chiediamo di essere davvero sintetici 

Cominceremo ponendo alcune domande:

  • In questo ultimo periodo la gestione di importanti questioni di coesione territoriale è stata centralizzata (basti vedere la discussione sulla revisione del PNRR che ha sottratto risorse importanti ai Comuni). 
  • Quale può essere il ruolo di Milano in Europa concretamente? Quali forme di partecipazione istituzionale e non pensate di attivare? 
  • La transizione ecologica necessaria e ineludibile può comportare ineguaglianze nei costi sociali e tensioni economiche anche in aree importanti come quella milanese (si veda ad esempio il tema della mobilità urbana). Come immaginate una presenza attiva di Milano e delle aree urbane per costruire proposte comuni a livello europeo?
  • Milano è oggi investita da un dibattito molto intenso sulla gestione dei grandi progetti di rigenerazione urbana che portano sviluppo e vivibilità, ma anche il rischio di tensioni abitative sempre più acute, di gentrificazione e di esclusione sociale. Le città rischiano di diventare sempre più attrattive in una competizione globale governata da attori internazionali che riducono il ruolo delle comunità. Quali proposte?
  • L’accoglienza delle persone immigrate comporta difficoltà e tensioni per le amministrazioni locali in particolare per quanto concerne i minori non accompagnati. Come pensare a una soluzione condivisa a livello europeo?
  • Secondo voi Milano e le città dovranno nel prossimo futuro gestire direttamente i fondi europei senza dover dipendere dalle Regioni o dai Ministeri?
  • Infine come portare la gente a votare?

Dopo questo dibattito ci rivedremo con i candidati e le candidate a liste depositate per continuare questo percorso.

Anna Catasta

Già parlamentare europea

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