Il giusto scopo dell’Europa nella guerra in Ucraina

di Sandro Antoniazzi

Come ho scritto in un precedente articolo, l’Ucraina si trova in una situazione bellica sempre più difficile, per dati di fatto incontrovertibili; possiede meno munizioni e la sua scorta di personale da combattimento è oramai esaurita.

La Russia, al contrario, si è messa in grado di avere un costante rifornimento di munizioni e non gli mancano di certo gli uomini da mandare al fronte.

Stando al Comandante supremo delle forze armate ucraine, nell’ultima battaglia di Avdiivka, il rapporto di forze era di 7 soldati russi contro 1 ucraino.

A Avdiivka non solo si è persa la battaglia e 8 km. di terreno, ma anche, a causa di una ritirata tardiva, si sono lasciati sul campo qualche migliaio di soldati, fatti prigionieri dai russi.

Ma sul fronte si segnalano altri piccoli cedimenti ucraini, mentre i russi sembrano sempre più decisi a portare avanti una nuova offensiva.

Saranno tutti terreni difficili da riottenere da parte ucraina.

Ritorniamo allora sui motivi della guerra e sulla necessità di riconsiderarli realisticamente in base alla situazione presente.

L’idea di riconquistare Donbass e Crimea cui anche gli europei e gli USA hanno creduto in una prima fase, va decisamente abbandonata (e sarebbe bene dirlo, non solo pensarlo); rischiamo sempre di più di trovarci nella situazione di salvare il salvabile.

Più rapidamente si apriranno le trattative e minori saranno le perdite in ogni senso: di uomini, di strutture, di territori.

Vorrei alzare il tiro e avanzare un tema nuovo e per me più decisivo.

Penso che l’interesse maggiore per l’Europa in questo conflitto non siano i terreni ucraini (a cui penseranno gli ucraini stessi quando si siederanno al tavolo), ma sia un accordo con la Russia sul dispiegamento delle armi e delle forze armate (vedi NATO) nel quadro europeo, o, in altre parole, la sicurezza europea (di grande interesse anche per la Russia).

Si è creato un eccesso di mentalità bellicista: basti pensare alle recenti dichiarazioni di Stoltenberg, uno dei rappresentanti di questa tendenza, secondo cui la guerra con la Russia deve durare altri 10 anni.

Occorre contrastare con forza queste tendenze che porterebbero l’Europa al disastro.

La Russia è una dittatura e ne dà prova tutti i giorni, ma noi abbiamo un assoluto bisogno di fare la pace con la Russia (che, non dimentichiamo, è un nostro vicino), di trovare perlomeno un modus vivendi accettabile.

Anche perché è solo da una condizione di pace, sia pure imperfetta, che si può pensare di migliorare e di progredire.

Ci sono state occasioni favorevoli in passato e sono state perse, evitiamo di fare altri errori.

Pur nelle presenti difficoltà, con una guerra in corso, l’Europa dovrebbe essere capace di tracciare una via per la pace, dando un esempio anche alla bellicosa NATO e all’attuale semi-impotenza degli USA, causata dall’incertezza delle elezioni interne, che dobbiamo riuscire a convincere sull’utilità e validità di questa prospettiva.

Se l’Europa dichiarasse che ha in mente questo per finire la guerra in Ucraina e ritrovare la pace, darebbe più senso al proprio impegno in Ucraina, e offrirebbe un gande segnale di speranza ai popoli europei.

 

Febbraio 2024, Sandro Antoniazzi