Dalla parte delle donne e delle famiglie – proposte concrete contro il degiovanimento

di Paolo Petracca

Nei giorni scorsi, sollecitato da diversi giornalisti, ho espresso la mia contrarietà alla cosiddetta “Fiera del bebè su misura” che sembrava si volesse realizzare a Milano nella primavera del 2022, sulla scorta di un evento similare già organizzato a Parigi.

Per mia indole e attitudine non amo interdire, preferisco proporre: la genitorialità è una questione importantissima e cruciale e va promossa e incentivata per molte ragioni. In questa sede mi propongo di segnalare, in tal senso, la necessità di alcune misure politiche e amministrative ma anche di svolgere in conclusione alcune considerazioni etico-giuridiche che mi hanno portato a dire quel no.

Sconfiggere l’inverno demografico e promuovere e tutelare la maternità sono due obiettivi molto desiderabili per la società italiana. La denatalità e il conseguente “degiovanimento” (come lo definisce Alessandro Rosina) sono infatti uno dei “sette peccati capitali” dell’economia del Bel Paese, come ha avuto modo di dimostrare Carlo Cottarelli in un suo famoso best seller.

Quale fattore induce, più di ogni altro, le donne e le famiglie a procreare? Secondo tutti gli studi più avanzati la risposta è unanime: un lavoro stabile e sicuro di entrambi i genitori. Milano in questo ha statistiche in linea con le più sviluppate grandi aree urbane europee e questo è un dato estremamente positivo. Ridurre le forme di lavoro precario è quanto di più efficace si possa fare dunque per garantire la maternità ma anche per la dignità e la sicurezza delle persone. Non dimentichiamolo.

Al secondo posto vengono le agevolazioni economiche e i servizi in favore dell’infanzia. Il Governo italiano si sta tardivamente avviando verso l'”assegno unico” per i chi ha figli. Misura già utilizzata in molti Paesi europei oltralpe che ha dato risultati estremamente positivi negli scorsi decenni e che andrebbe accelerata ed incrementata. Sul piano dei servizi molte città stanno cercando di diventare sempre più a misura di bambino e Milano tra queste. Su questo terreno i margini di miglioramento sono tuttavia ampi: dal riuscire ad aumentare i posti nei nidi fino all’accompagnamento di genitori e figli nel periodo dal post parto fino ai tre anni, sulla scorta di quanto avviene nei “centro maternali” in Francia. Le case della comunità prossime venture potrebbero essere il luogo ideale dove collocare questo ulteriore e necessario servizio di welfare.

Per coloro che non possono o non riescono a procreare l’ordinamento italiano offre diverse opportunità: l’affido, l’adozione e la procreazione assistita di tipo omologo. Affido e adozione andrebbero semplificati sia in termini normativi sia nelle procedure attuative nonché maggiormente promossi grazie a campagne informative ed agevolati in termini fiscali ed economici – ed in questo anche gli enti locali potrebbero fare la loro parte. Sulla procreazione assistita Milano vanta un centro di eccellenza assoluta, la Mangiagalli, che sarebbe auspicabile potesse ancora crescere e svilupparsi.

Sul cosiddetto utero in affitto e le sue possibili conseguenze eugenetiche da una parte e di mercificazione del corpo delle donne dall’altra il Parlamento italiano per ora non ha legiferato in alcun modo. Promuovere un evento commerciale su un tema come questo offrendo soluzioni di turismo procreativo nei Paesi in cui ciò è consentito, con tanto di listino prezzi e madri low cost, è una scelta libera che privati cittadini possono certamente compiere. Semplicemente mi sono augurato che ciò non potesse accadere a Milano perché la Milano che mi impegno a contribuire di costruire è una città di gente che prova ad essere seria quando le cose sono serie, che preferisce riflettere e confrontarsi con rigore, passione e umanità, stando dalla parte delle persone, delle loro sofferenze e della loro dignità quando si parla di questioni così delicate che hanno una loro intima sacralità. Queste cose si approfondiscono, si discutono non si riducono ad un semplice scambio di domanda ed offerta. Non tutto può essere trattato e ridotto semplicemente a merce. Questo è quello che credo, come credo che bisogna mettere molta energia nell’affrontare le questioni e le sfide proposte all’inizio e nel corpo di questo testo. Mi consola e mi infonde molta fiducia il fatto che sia l’assessore Galimberti sia il sindaco Sala con le loro parole di questi giorni e con la loro azione amministrativa di questi anni abbiano dimostrato di essere su posizioni molto simili a quelle da me espresse. Penso che anche in questo modo Milano possa essere sempre più… Milano.