di Pier Vito Antoniazzi
La CFDT, il maggiore sindacato francese, ha inviato al Primo Ministro incaricato, Francois Bayrou, una lettera accompagnata da un dossier di oltre 40 pagine sulle proposte sindacali relative alla situazione economica e sociale.
Il metodo usato, la presentazione di un documento dettagliato sui maggiori problemi (potere d’acquisto, lavoro, occupazione, democrazia al lavoro, transizione ecologica giusta, giovani, servizi pubblici, pensioni) costituisce un caso esemplare di come il sindacato si rivolge al governo, utile anche ai nostri sindacati.
Dara la lunghezza del documento, ci limitiamo a pubblicare la lettera introduttiva.
Signor Primo Ministro,
La Cfdt è inquieta.
Inquieta per l’instabilità nella quale è caduto il nostro paese, mentre le urgenze si moltiplicano. Noi pensiamo innanzitutto agli abitanti e alle abitanti della Mayotte colpiti da una catastrofe senza precedenti sul territorio francese.
Inquieta per una crescita continua delle idee di estrema destra e della loro banalizzazione nel dibattito pubblico.
Inquieta della situazione sociale e della sordità dei decisori e delle deciditrici politici, quanto degli attori economici, verso le realtà che esprimono.
Inquieta per il nostro ritardo nella trasformazione ecologica e delle conseguenze concrete di questo ritardo sulla vita della gente.
La Cfdt è inquieta e ancor più mobilitata per rispondere a queste sfide nella solidarietà.
E’ con questo obiettivo, costruttivo e determinato, che la Cfdt vi invia questo dossier.
La Cfdt è pronta a prendere parte nei dibattiti da svolgere e nelle soluzioni da costruire. La Cfdt ne affronta ogni giorno la prova nelle imprese e nelle amministrazioni.
Assieme ad altri attori sociali, siamo giunti a concludere tre accordi nazionali interprofessionali. Questi accordi, vi chiediamo ora di trasporre rispettando gli equilibri trovati, nell’interesse dei lavoratori e delle lavoratrici.
Un esercizio verticale di potere dall’alto, senza considerazione delle diverse parti coinvolte, non è più possibile. Questo metodo non fa che alimentare la sfiducia, il rigetto e la collera.
La nostra democrazia è fragilizzata, dobbiamo difenderla collettivamente.
Per questo, sarà necessario molto dialogo e del dialogo sociale per ristabilire la fiducia e rispondere alle attese delle cittadine e dei cittadini.